UCAI Milano
IL CICLO DELLA VITA : SEME, GERMOGLI, FRUTTI E RADICI

Mostra d’arte contemporanea
a cura di Carlo Catiri

In occasione di EXPO 2015

Biblioteca Umanistica – Chiesa di Santa Maria Incoronata 
Corso Garibaldi, 116 – Milano

3 – 11 ottobre 2015

Inaugurazione: 3 ottobre 2015 ore 16.30

Artisti:
Liliana Barachetti – Silvia Battisti – Ennio Bencini – Luciano Bocchioli – Carlo Catiri – Giuliana Cioffi Vira Colombo – Angelo De Francisco – Rinaldo Degradi – Paola Faggella – Enzo Faltracco – Tiziano Finazzi – Alba Folcio – Eva Friese – Annamaria Gagliardi – Mirella Gerosa – Achille Guzzardella – Helga Kirchner – Yang Sil Lee – Paolo Lo Giudice – Egidio Romano Lombardi Francesca Lucchini – Mario Lux – Elisabetta Mariani – Pinuccia Mazzocco – Giancarlo Nucci – Lucio Oliveri – Pauldavid – Francesco Peri – Norma Picciotto – Sante Pizzol – Olga Polichtchouk – Maria Luisa Ritorno – Caterina Tosoni – Anna Trapasso – Gioietta Vaccaro.

Grandissimo il mistero della vita e altrettanto sconvolgente il tema della sua ciclicità. Per molti secoli l’uomo ha vissuto con l’angoscia di un futuro impossibile da immaginare e con l’inquietudine di non possedere orizzonti in cui sperare. L’arrivo della notte portava con sé la paura della morte senza possibilità di sopravvivenza e di salvezza. La natura poi attraverso i suoi doni, ci ha dato la possibilità di fondare, costruire e organizzare civiltà basate sullo scambio e la prosperità. Ecco che seme, germogli, frutti e radici sono diventati i segni tangibili di quel tesoro che è la vita.
Il seme, che contiene nella sua unicità il segreto della nascita. I germogli, che con il loro improvviso manifestarsi ci rivelano la bellezza dell’apparizione. I frutti, attraenti e appaganti, infinitamente coinvolgenti per i nostri sensi, traducono e soddisfano il piacere della vita.
Le radici, forti e portatrici di continuità che ci trasmettono fondamenti di certezza e stabilità. Bellezza e perfezione, quella della natura, che rimanda al mistero delle origini; un patrimonio che nella sua complessità lascia sgomenti e inadeguati davanti al suo fascino e fragilità.

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